sabato 4 luglio 2009

Apolitica

È interessante ascoltare i discorsi di giovani che, spavaldamente e talvolta orgliosamente, si dichiarano -apolitici-.

"Politica" è una parola latina derivata dal greco "politikè", che significa "che attiene alla città (poleis)" e sottintende il lemma "tèchnè", traducibile in "arte".

Quindi la politica è l'arte di governare la città o, nel nostro caso, lo Stato.

Nell'antica Atene, però, v'era qualcosa di simile ad una democrazia: il potere era del popolo, ma il popolo era una piccola parte della popolazione; ad ogni modo ogni cittadino era tenuto a compiere delle scelte di governo da esprimere attraverso il voto, ogni cittadino, quindi, doveva agire politicamente e, quindi, la politica non era riservata agli "addetti ai lavori", ma era diritto/dovere di tutti.

Se ci si ostina a ripetere che, nonostante tutto, anche la nostra sia una Democrazia, allora ogni cittadino Italiano (perchè ci riferiamo all'Italia) può e deve compiere delle scelte politiche: ogni uomo o donna con cittadinanza italiana è un politico, perchè il politico non è un mestiere, la politica non è una professione e quindi, se vogliamo che l'Italia sia veramente una "repubblica democratica" siamo in dovere, esplicitamente, di essere politici.

Quindi chi sono, in sostanza, questi individui che si autodefiniscono apolitici?

Ignoranti e stolti. Sono il brodo primordiale delle dittature, del menefreghismo fascista; sono i contadini tedeschi che guardavano indifferenti i fumi dei campi di concentramento, sono coloro che non votano perchè guardano la partita, sono talmente banali da essere terribilmente malvagi.

Siate POLITICI.