Un razzista di oggi si riconosce perchè dice "io non sono razzista", condanna lo sterminio degli ebrei ed afferma di non non aver nulla in contrario all'immigrazione regolare.
Ma, se questa è la descrizione di un razzista, un non-razzista com'è?
Un non-razzista è disgustato da ogni forma di razzismo, discriminazione e xenofobia, condanna lo sterminio degli ebrei, dei testimoni di Geova, degli omosessuali e degli infermi ed è favorevole all'immigrazione regolare, ben disposto all'incontro tra popoli e culture diverse e contento di osservare in giro i figli degli stranieri che giocano con i figli dei suoi connazionali.
Il razzista è quello che, camminando in un vicolo buio, ha paura se vede uno straniero; il non-razzista è colui che, nel medesimo vicolo, si spaventa nel vedere una persona.
Sono sottili differenze, piccole precisazioni; eppure sono lo spartiacque che divide le persone cattive, ignoranti e ipocrite dalle vere brave persone, quelle che guardano la persona nel suo insieme, non solo le parti che è più facile giudicare.
Dopo ottant'anni, l'Italia è ancora un Paese "francamente razzista", solo che la parola -razzismo- è entrata nelle parole tabù, perchè è una brutta cosa e i nazisti erano cattivi.
I nazisti. I fascisti, invece, erano buoni e infatti non erano razzisti: fu quel cattivone di Hitler a obbligare il Duce a promulgare le leggi razziali, povero Benito.
L'ipocrisia italiana non ha limiti.
Il razzismo è un'erbaccia che dobbiamo estirpare.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento